Tutto su 8 settembre 1943
Come noto i rapporti tra Carboni commissario del SIM e Castellano il principale delegato per le trattative era pessimi. I due semplicemente si odiavano. Questa divisione rappresentava in piccolo quella presente tra filo alleati e attendisti.
Giacomo Zanussi era il vice di Roatta e ricopriva il ruolo di vice Capo di Stato Maggiore dell’Esercito italiano. Tenne sempre una posizione intermedia tra i due e quanti riportato nelle sue memorie è più che esauastivo:
“Anche se credo di avere maggiori punti di contatto mentale e se nella vita ho avuto più frequenti rapporti di servizio col secondo piuttosto che col primo, tra i due, io non sono nè per l’uno nè per l’altro : ovvero, sono di volta in volta per l’uno o per l’altro, a seconda che l’uno o l’altro mi sembri nel giusto e nel vero. Per esempio, non sono con Carboni, oltre che negli eccessi polemici, laddove egli vorrebbe farmi apparire come un controllore di Castellano (può darsi che m’abbia messo in mezzo con questo fine; ma è un fine cui non mi sarei mai prestato) e dove egli si accanisce per giustificare al cento per cento il suo contegno de! 9 e io settembre; sono con Carboni, invece, quando gli riconosco il diritto a molte attenuanti nell’anzidetto contegno e nego per contro a taluni dei suoi attuali accusatori, che l’hanno posto in tali e tanto sciagurate condizioni, il diritto di attaccarlo.
D’altro canto, posso discutere la scelta di Castellano come nostro rappresentante presso gli anglo-americani e deprecare che egli non si sìa sentito di fugare con maggiore energia le illusioni dei suoi superiori tra il io e 1’8 settembre; ma non posso non riconoscere le benemerenze indubbie ch’egli s’è acquistato nell’eliminazione di Mussolini e nell’orientamento antitedesco, nè le tremende difficoltà in cui si è trovato trattando con gli anglo-americani, nè il naturale diritto di difendersi contro molte accuse ingiustificate che gli sono state rivolte (a parte il fatto che, per difendersi, non c’era proprio bisogno di andar tanto oltre il segno e oltre la verità” (Francesco Rossi, “Guerra e catastrofi d’Italia”)