Il blog sull’ 8 settembre 1943

Il libro di Ivan Palermo, figlio del presidente del senatore del PCI che fu presidente della Commissione d’inchiesta parlamentare ha scritto un libro molto importante sull’argomento e per la prima volta pubblicò ampi stralci degli interrogatori. L’opera però talvolta presenta delle amnesie sorprendenti: ad esempio nello scambio tra le due corvetti italiana e USA la mattina del 7 settembre al largo di Ustica, si dimentica siorprendentemente che vi fu uno scmabio: non solo i due ufficiali americani salitorno sulla corvetta Ibis ma una folta delegazione di ufficiali italiani che recavano con se documenti importantissimi, salì sull’imbarcazione americana direzione Palermo. Su queste delegazione si è sempre saputo poco. Molti particolari sono riportati nel libro “8 settembre 1943: i segreti svelati”.

“Nelle prime ore del 7 settembre 1943, la motocorvetta « Ibis » della marina da guerra italiana navigava nelle acque del basso Tirreno, già in zona nemica. La sua meta era Ustica, la sua missione segreta. Il comandante, l’ammiraglio Franco Maugeri, aveva ricevuto gli ordini direttamente dal comando supremo. Il giorno precedente, alle 11, era stato chiamato dal ministro della marina De Courten che lo aveva invitato a tenersi pronto a partire da un momento all’altro. Un’ora più tardi, lo stesso De Courten lo aveva accompagnato a Palazzo Vi- doni, dove il sottocapo di stato maggiore generale Francesco Rossi e il maggiore Marchesi gli’ avevano illustrato il carattere della missione. Doveva recarsi in zona nemica e imbarcare alcuni ufficiali alleati, che avrebbero dovuto raggiungere immediatamente Roma. Su una carta erano stati fissati la rotta da seguire e gli orari da rispettare. Alle 22 del 6 settembre, alla stessa ora in cui Ambrosio saliva sul diret­tissimo per Torino, la « Ibis » usciva dal porto di Gaeta per andare incontro al generale Maxwell Taylor, l’ufficiale americano che l’ammi­raglio Maugeri avrebbe dovuto imbarcare sulla sua nave. La naviga­zione si svolse tranquilla e alle 6 del mattino la « Ibis » era già in vista di Ustica. Raggiunto il punto prestabilito, Maugeri ordinò di fermare le macchine: la nave inglese non era ancora giunta all’appuntamento. Se avesse tardato ancora, la motocorvetta della regia marina avrebbe ripreso la navigazione facendo rotta su Palermo. A 15 miglia dal porto avrebbe incrociato un’unità alleata: un pilota sarebbe salito sulla « Ibis » e l’avrebbe guidata fra le acque minate. Ma l’attesa non fu lunga: dopo pochi minuti si profilò all’orizzonte la sagoma scura di una motosilurante inglese. Le due navi si scambia­rono i segnali convenuti e poi si abbordarono. Sull’imbarcazione ita- – liana salirono due ufficiali americani, su quella inglese due ufficiali ita­liani. Effettuato lo scambio, la « Ibis », mentre si dirigeva a tutta macchina verso Gaeta, telegrafava al ministero della marina di aver raccolto a bordo due ufficiali nemici da un aereo in avaria: era il se­gnale che annunciava il successo della missione”. (Ivan Palermo, “Storia di un armistizio”)

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