Il blog sull’ 8 settembre 1943
La fuga attraverso la via Tiburtina non fu la prima ipotesi presa in considerazione per fuggire da Roma nel caso in cui i tedeschi avessero preso l’iniziativa attivando i piani speciali per arrestare i vertici politici e militari italiani.
Già negli ultimi giorni di luglio fu dato mandato a De Courten, Ministro della Marina Militare di approntare un progetto per la messa in sicurezza del Re e della Regina per consentire un rifugio sicuro in Sardegna e creare le condizioni per la creazione di un governo italiano libero dai tedeschi.
Il piano prevedeva già dal 3 settembre, di assicurarsi la disponibilità nella zona di Ostia di alcune motosiluranti e nel porto di Civitavecchia di due cacciatorpedinieri tra il quale il “Da Noli” pronte a salpare con la corte reale. Ciò necessitava dal controllo della via Ostiense, senza il quale non sarebbe stato possibile raggiungere Civitavecchia indenni.
Con l’iniziativa dei tedeschi la sera dell’8 settembre, la 2° Divisione paracadustisti tedesca iniziò ad operare proprio in quella zona, precludendo fin da subito la via di fuga originaria pianificata dai vertici militari.
Non restò così, che la fuga dall’unica strada consolare che non fosse ancora sotto controllo tedesco, costringendo ad improvvisare un piano di evacuazione pensato in termini ben diversi.